Un Giacobbe triestino: echi biblici nella Coscienza di Zeno di Italo Svevo

A volte basta un solo romanzo per entrare a pieno titolo nell’olimpo degli autori imprescindibili, altrimenti detti «classici». È il caso di Italo Svevo (1861-1928), pseudonimo italo-tedesco di Aron Hector Schmitz, il cui capolavoro – La coscienza di Zeno (1923) – riassume, assumendoli, i temi centrali dell’antropologia (primo)novecentesca: la crisi dell’identità e l’assenza di certezze, la malattia e la salute, l’alienazione e l’inettitudine, la libertà e la volontà, la ragione e l’inconscio. Come capì precocemente un altro grande, questo romanzo «è l’apporto della nostra letteratura a quel gruppo di libri ostentatamente internazionali che cantano l’ateismo sorridente e disperato del novissimo Ulisse: l’uomo europeo»

 
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Un Giacobbe triestino. Echi biblici nella Coscienza di Zeno .pdf2.24 MB