Tra Clizia e Iride. Figure cristologiche in Eugenio Montale

Poeta del «male di vivere» quale ineludibile condizione dell’esistenza umana, cantore della disarmonia tra individuo e realtà, alieno sia da ogni forma di illusoria certezza («la formula che mondi possa aprirti») sia da un pessimismo rinunciatario, Eugenio Montale (Genova 1896 – Milano 1981) appartiene a pieno titolo a un Novecento è che religioso e, nello specifico, biblico più di quanto comunemente si creda. E non è caso che per Montale la frequentazione del codice biblico costituisca «un patrimonio di immagini e suggestioni familiari al quale attingere costantemente, per traslarlo sul piano dell’esperienza individuale e quotidiana ad alimentare il suo immaginario poetico, soprattutto nei luoghi in cui si fa più urgente e irrisolta la presa di coscienza di sé e del mondo.

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Figure cristologiche nella poesia di Eugenio Montale2.23 MB